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Assicurazioni, sfrutta i big data meno di un quinto delle compagnie

Assicurazioni e big data formano un connubio importante nella gestione del rischio. Ecco cosa emerge dal report di Capgemini Research Institute sull’uso dei grandi volumi di dati da parte delle compagnie assicurative. Le quattro aree d’investimento per diventare assicurazioni data-powered

Pubblicato il 03 Feb 2022

assicurazione auto

Alle assicurazioni la raccolta e l’analisi di big data darebbe una marcia in più, perché in un mercato sempre più attraversato da imprevisti, i dati servono. Aiutano nella prevenzione di eventi estremi e a fare previsioni.

Capgemini Research Institute ha pubblicato un report che fotografa l’utilizzo dei big data nel mondo assicurativo. Ecco cosa emerge dall’analisi e quali sono le strategie da adottare.

Le cifre del rapporto di Capgemini

Secondo il report di Capgemini Research Institute, intitolato “The data-powered insurer: Unlocking the data premium at speed and scale”, oggi il 40% delle compagnie assicurative trae vantaggio dai big data con lo scopo di fare ingresso in nuovi mercati e dalla protezione dai rischi esplora la prevenzione degli stessi.

Inoltre, il 43% ha rinnovato e rafforzato i propri algoritmi di rischio, mentre circa un terzo dispone dei dati al fine di simulare nuovi rischi. Sfiora il 39% delle assicurazioni la quota delle compagnie che fondano su fatti e dati il processo di risk selection e pricing.

Il 61% delle assicurazioni più grandi ha adottato i big data in maniera mainstream o ha tratto benefici competitivi dall’aver abbracciato i dati. Ma fra le compagnie più piccole, la percentuale si arresta al 16%, forse per non aver investito abbastanza nell’innovazione tecnologica, frenate dai legami con i sistemi legacy e architetture monolitiche.

Tuttavia, solo il 18% delle compagnie usa i grandi volumi di dati, a causa di problemi associati alla scarsità di competenze tecniche, divario culturale e pratiche dedicate al supporto di iniziative data-driven. “Solo il 18% delle compagnie assicurative possiede capacità tecniche, cultura e pratiche in grado di supportare programmi data-driven che permettano di sfruttare al massimo il crescente volume di dati”, dichiara Monia Ferrari, Financial Services Director di Capgemini in Italia: “Queste organizzazioni, che noi chiamiamo ‘Data Master’, sono considerevolmente più grandi dei loro competitor, e la maggior parte ha un fatturato medio superiore ai 20 miliardi di dollari”.

Infine appena 41% delle compagnie assicurative ha elaborato strategie per usare con efficacia i big data e analytics, in linea con le strategie di business.

Fonti di dati non tradizionali e in tempo reale, come quelli provenienti da dispositivi connessi, indossabili e dai social media, forniscono ai clienti delle assicurazioni vantaggi in termini di praticità, consulenze personalizzate e tariffe dinamiche

Le peculiarità di chi collabora con le InsurTech

La competizione con le InsurTech, che accedono a insight personalizzati, migliora le compagnie. Infatti, la padronanza dei dati, secondo il report Insurance Data Master, fa sì che oltre il 90% di loro:

  • riporti premi più alti;
  • una migliore “combined ratio“;
  • risultati più alti sotto il profilo del Net Promoter Score rispetto alla metà dei peer.

Ecco quali caratteristiche vantano:

  • il 92% ha una governance centralizzata o di un organismo facilitatore;
  • il 62% ha in atto collaborazioni con le InsurTech;
  • il 97% ha creato API (application programming interfaces) aperte per consentire alle terze parti di accedere ai loro dati.

Le quattro aree d’investimento per diventare assicurazioni data-powered

Le compagnie assicurative devono investire in quattro aree chiave:

  • costruire un’infrastruttura che velocizzi l’adozione di insight provenienti dai dati, per fornire una visione unificata del rischio e dei dati in modo tempestivo;
  • elaborare un modello operativo per la scalabilità dei casi assicurativi basati sui dati, grazie a un modello hub-and-spoke per democratizzare i big data nelle assicurazioni;
  • consolidare la cultura dei dati in tutta l’organizzazione: orchestrare modi di lavoro agili e formazione dei dipendenti all’insegna delle competenze, per consentire i team aziendali di lavorare insieme ai data expert, realizzando e testando nuove opportunità;
  • gestire un ecosistema di Open data: negli ecosistemi di dati, bisogna incentivare la collaborazione con le InsurTech e instaurare un approccio basato su dati e sostenibilità.

Assicurazioni e big data, si può fare di più

Nel mondo delle assicurazioni, i big data sarebbero preziosi alleati. Crisi climatica, shock catene di fornitura globali, introduzione di auto a guida autonoma: sono tutti temi all’ordine del giorno nel comparto della gestione del rischio. E dimostrano quanto sia importante sfruttare i dati per prevenire i rischi, gestirli in maniera adeguata e conferire loro un prezzo.

Inoltre, alle assicurazioni elaborare informazioni in real-time permette di progettare polizze personalizzate in base a ogni profilo dei clienti. Scoprire collegamenti tra i dati e integrare i big data con l’iper-segmentazione dei clienti per multi-affinità, migliorano il cross-selling e la fidelizzazione.

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