Intelligenza artificiale: la carta vincente è la collaborazione uomo-macchina

I robot non sostituiranno le persone, ma ne potenzieranno le capacità: è la tesi che due top manager di Accenture, Paul Daugherty e Jim Wilson, sostengono nel loro nuovo libro. Solo così si scatenerà la “Terza ondata” della trasformazione industriale

Pubblicato il 03 Apr 2018

La trasformazione digitale dell'Inail con Dynatrace

La vera forza dei robot sarà quella di saper interagire con gli umani potenziandone le capacità,  abilitando così la “terza ondata” della trasformazione industriale, quella della piena collaborazione uomo-macchina. E’ la tesi sostenuta da Paul Daugherty, chief technology and innovation officer di Accenture, e Jim Wilson, managing director of Information technology and business research di Accenture Research, nel libro che hanno firmato a quattro mani per la Harvard Business Review Press. Nel volume “Human + machine: reimagining work in the age of AI” gli autori , basandosi anche su una ricerca quantitativa e qualitativa condotta su 1.500 imprese, spiegano come l’Intelligenza Artificiale (IA) può aiutare i leader a ripensare e trasformare le loro aziende attraverso una collaborazione tra uomo e macchina, che darà una nuova forma alle imprese e ai mercati, grazie al ripensamento dei processi aziendali per accrescere il livello di innovazione e la redditività.

Il rapporto tra Intelligenze Artificiale e competenze

“Per sfruttare appieno i benefici dell’intelligenza artificiale i leader di impresa devono trasformare il rapporto tra collaboratori e macchine in un’ottica di ’intelligenza collaborativa: è questo che emerge chiaramente dalla nostra ricerca – spiega Daugherty – Non si tratta di creare dei ‘superuomini artificiali’, ma di utilizzare la tecnologia per dotare l’uomo di maggiori capacità e competenze perché possa ottenere risultati migliori dalla propria attività e imparare più velocemente”.

Ma perché gli autori parlano di “terza ondata” della trasformazione industriale? La prima, spiegano nel volume, nasce con Henry Ford, ed è quella della standardizzazione dei processi . La seconda, che ha toccato il massimo del proprio sviluppo negli anni 90, è quella della reingegnerizzazione dei processi aziendali che ha portato all’automazione. La terza ondata riguarda il cosiddetto “missing middle”, dove l’uomo lavora fianco a fianco con le macchine intelligenti per trarre vantaggi da ciò che ciascuna parte sa fare meglio; l’uomo si occupa dello sviluppo, della formazione e della gestione delle diverse applicazioni di IA, mentre le macchine restituiscono all’uomo capacità notevolmente potenziate, come la possibilità di processare e analizzare in tempo reale un gran numero di dati provenienti da una moltitudine di fonti. Una dinamica che portarà alla creazione di nuove professioni, stabilendo nuovi tipi di rapporti di lavoro tra uomo e macchina, cambiando i concetti tradizionali di gestione e rivedendo il concetto stesso di lavoro.

Ripensare i processi e amplificare le capacità umane

“La straordinaria potenzialità dell’IA di far evolvere le aziende rappresenta una sfida sempre più grande da affrontare con urgenza – aggiunge Wilson – Con l’obiettivo di aiutare i leader di azienda a ripensare i propri processi e ottenere il massimo dall’IA per amplificare le capacità umane, abbiamo sviluppato quello che chiamiamo ‘Melds’, ovvero un modello fondato su cinque principi fondamentali che le imprese devono seguire per adottare l’intelligenza artificiale: Mindset (atteggiamento mentale), Enterprise (impresa), Leadership, Data (dati) e Skills (capacità). Le aziende innovative possono fare leva su questo modello per cavalcare questa terza trasformazione industriale e fare tesoro della collaborazione tra uomo e macchina basata sull’IA”.

Tre, secondo l’idea dei due manager, le categorie in cui il binomio Human + Machine ridisegna i processi aziendali: amplificazione (le opportunità offerte dagli insight basati sui dati, spesso elaborati in tempo reale); interazione (grazie all’utilizzo di interfacce avanzate come l’elaborazione a comando vocale del linguaggio naturale) e personificazione, in cui l’IA lavora in sinergia con sensori, motori e attuatori che permettono ai robot di condividere lo spazio di lavoro con l’uomo e intraprendere una collaborazione lavorativa fisica.

Quanto alle professionalità tre le macro aree in cui si apriranno maggiori nuove opportunità:  i trainers, che istruiranno i sistemi intelligenti, gli explainers, chiamati a ridurre il gap tra sviluppi tecnologici e applicazioni concrete a livello di business, e i sustainers, a cui spettarà il compito di assicurare il corretto funzionamento dei sistemi intelligenti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3