Infinidat, flessibilità a servizio dello storage per affrontare l’emergenza

Infinidat ha messo a disposizione di clienti e prospect la possibilità di affittare, anche soltanto per pochi mesi, una capacità aggiuntiva di storage

Pubblicato il 09 Apr 2020

Infinidat è nominata Leader nel Gartner Magic Quadrant 2023

Nonostante la piena emergenza Coronavirus e il conseguente lockdown che ha coinvolto numerosi Paesi a livello mondiale, le prospettive di Infinidat appaiono positive. La società, specializzata in soluzioni di data storage enterprise multi-petabyte, ha recentemente fatto il punto sulle sue prospettive e su quelle complessive del mercato storage in questo particolare periodo di incertezza. Come ha messo in evidenza il Ceo Moshe Yanai, il dato di partenza di ogni discussione è che, nonostante il possibile rallentamento di alcuni progetti, le aziende non possono certo permettersi di rinunciare a consumare spazio di archiviazione, neppure in piena pandemia. In questo contesto, così come in tutti gli altri periodi di incertezza finanziaria, il fattore prezzo può fare la differenza, con le aziende che cercano di andare alla caccia di risparmi sui costi, anche sul lato dello storage. Ecco perché, nei prossimi mesi, i classici marchi premium rischiano di perdere quote di mercato a tutto vantaggio delle aziende capaci di garantire prezzi inferiori.

Il successo della formula FLX

Infinidat, che ha sempre puntato su un TCO (total cost of ownership) inferiore delle sue soluzioni rispetto alla concorrenza, può avere le sue carte da giocare:  i clienti Infinidat, infatti, consolidano normalmente file di storage enterprise legacy in un unico sistema InfiniBox, ottenendo così una notevole riduzione dei costi. Infinidat può poi giocare la carta dei suoi modelli di acquisto. Il vendor storage infatti, ormai mette in campo tre diversi modelli di acquisto e consumo delle proprie soluzioni: il classico basato sul Capex, un modello intermedio di capacity on demand e, infine, uno completamente Opex, ribattezzato FLX, basato sull’affitto. Formula che ormai coinvolge circa il 30% dei progetti del vendor e che richiede alle imprese un minimo impegno, basata su formule come pay per use e pay per month, con la possibilità di aumentare/ridurre la capacità in maniera flessibile. Formule che suonano molto simile a quelle del public cloud e che, infatti, secondo Infinidat permettono alle imprese di godere di benefici comparabili senza gli svantaggi tipici della nuvola, in particolare dal punto di vista del controllo sui dati.

Soluzioni utili per affrontare l’emergenza Coronavirus

Proprio in concomitanza con la crisi Coronavirus, Infinidat ha offerto sia a clienti che prospect l’opportunità di affittare anche se per pochi mesi, nuovi sistemi di storage, con termini di consegna garantiti in tempi rapidi e puntuali.  Un caso arrivato dall’Italia conferma la piena operatività della misura: per effetto del lockdown i dipendenti di una banca cliente di Infinidat hanno dovuto svolgere il proprio lavoro da casa. Tutto questo ha comportato per la banca la necessità di avere a disposizione, in tempi rapidi, una capacità di archiviazione aggiuntiva, senza però avere a disposizione abbastanza budget per l’acquisto di un nuovo InfiniBox. Dunque, grazie al modello di consumo assixcurato da Infinidat, la banca è stata in grado di iniziare immediatamente a utilizzare capacità extra, con tempistiche veloci. Un altro punto di forza, in questi tempi di Coronavirus, è che la quasi totalità delle operazioni di supporto effettuate da Infinidat può essere gestita da remoto. Oltre il 98% degli interventi svolti da Infinidat nel corso del 2019 sono stati condotti secondo questa modalità, dunque le attività necessariamente on-site sono ridotte al minimo. Sempre nell’ottica di supportare i propri clienti in questo momento difficile, Infinidat offre a tutti i clienti la possibilità di utilizzare fino al 100% della capacità presente sui sistemi InfiniBox installati e non ancora acquistata, senza alcun costo aggiuntivo.

I punti di forza tecnologici

Ovviamente, Moshe Yani ha messo in evidenza anche i punti di forza tecnici di Infinidat, che consente di memorizzare fino a 10 Petabyte in un singolo rack, con tecnologia a triplo controller invece delle architetture a doppio controller presenti nella maggior parte delle tecnologie disponibili. Inoltre, grazie alla replica Active-Active, Infinidat riesce a garantire la mobilità dei dati online in modo trasparente. Ma forse il vero tratto distintivo di Infinidat è la sua tecnologia di machine learning, Neural cache, che rileva i modelli di accesso ai dati e ne permetto lo spostamento nella posizione più appropriata,  in modo che siano disponibili nel posto giusto e al momento giusto. Inoltre Infinidat può garantire una preziosa integrazione con le principali piattaforme in commercio, tra cui in particolare VMWare. Infinidat, insomma, ritiene di avere  la giusta strategia, tecnologia e portafoglio per continuare a servire le moderno esigenze dei clienti su PB Scale. Che, nei mesi scorsi, gli hanno permesso di aver superato i 6 Exabyte in capacità globale di storage installato.

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