Dati sanitari: il ministro Lorenzin risponde sull’accordo tra il Governo e IBM

L’entrata in vigore lo scorso 12 dicembre della “legge europea 2017” ha suscitato preoccupazione, poiché dal testo si evincerebbe che i dati personali dei cittadini europei, in particolare quelli sanitari, potranno senza il loro consenso finire nelle mani delle multinazionali per scopi di ricerca e con finalità statistiche. La risposta di Beatrice Lorenzin sull’accordo con IBM

Pubblicato il 19 Dic 2017

Decision tree

L’entrata in vigore lo scorso 12 dicembre della “legge europea 2017”, pubblicata in Gazzetta Ufficiale a fine novembre, ha suscitato preoccupazione, poiché dal testo si evincerebbe che i dati personali dei cittadini europei, in particolare quelli sanitari, potranno senza il loro consenso e probabilmente anche a loro insaputa, finire nelle mani delle multinazionali per scopi di ricerca e con finalità statistiche. Sarebbe sufficiente solo un’autorizzazione da parte del Garante della Privacy.
In particolare, la preoccupazione è che l’entrata in vigore di questa legge apra la strada alla cessione da parte del Governo Italiano dei dati sanitari dei cittadini alle multinazionali. Anzi, a una multinazionale nello specifico, IBM, con la quale il Governo Renzi aveva stipulato un accordo in cambio dell’apertura a Milano del suo centro Watson Health.

La domanda di Stefano Quintarelli

E proprio su questo tema il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è intervenuta nei giorni scorsi in occasione del question time alla Camera, rispondendo in particolare all’Onorevole Stefano Quintarelli, del gruppo Misto – Civici e Innovatori.
Quintarelli, facendo riferimento all’accordo sottoscritto nel marzo del 2016 tra IBM e il Governo Italiano, ha sottolineato come dalle cronache risulterebbe che il Governo, in cambio degli investimenti promessi dall’IBM, si sia impegnato a cedere tutti i dati sanitari relativi ai cittadini lombardi, “ivi incluso l’utilizzo secondario dei predetti dati sanitari per finalità ulteriori rispetto ai progetti”, aggiungendo che, sempre secondo le cronache, IBM avrebbe manifestato il proprio interesse “a disporre dei dati sanitari di tutti i cittadini italiani”, cosa che, senza specifico consenso individuale, metterebbe in atto “una violazione di diritti e libertà individuali, pericolosa per i possibili usi distorti che potrebbero derivarne”.

La risposta di Beatrice Lorenzin

Il Ministro Lorenzin, pur sottolineando che non fu lei a occuparsi direttamente dell’intesa, precisa che il memorandum di intesa richiamato non contiene alcun riferimento a dati sanitari, tanto meno alla loro cessione, pertanto le informazioni di stampa riportate dagli interroganti non risultano fondate”.
L’accordo tra IBM e il Governo Italiano riguarda esclusivamente gli investimenti per 150 milioni di euro, da destinarsi alla costruzione del polo di ricerca Human Technopole.

Con questo accordo IBM si è specificamente impegnata a “fornire le infrastrutture necessarie a supportare il programma di sviluppo”.
Non vi è dunque menzione al momento di specifici progetti da svolgersi utilizzando i dati dei cittadini, ma, ancor di più, Lorenzin precisa: “Nel caso dovrebbero comunque essere specificamente individuate le finalità del trattamento, la tipologia e la natura dei dati che si intendono trattare, oltre alle modalità e alle misure di sicurezza che sarebbe necessario adottare.Tali attività si svolgerebbero naturalmente nel pieno rispetto delle disposizioni del codice in materia di protezione dei dati personali e soprattutto del nuovo Regolamento europeo n. 2016/679 sulla protezione dei dati personali”.
Questo significa che in ogni caso i progetti dovrebbero essere sottoposti al vaglio dell’Authority per la protezione dei dati, “che potrà prescrivere ogni misura ritenuta necessaria al fine di assicurare un’effettiva tutela dei dati e garantire il rispetto dei principi di liceità dei loro trattamenti”.

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