Data center “subacquei”, Microsoft apre la fase 2 del Project Natick

Dopo le sperimentazioni avviate nel 2015 negli Usa, i test proseguono in Europa, al largo delle isole Orcadi, a Nord della Scozia, per valutarne la fattibilità da punto di vista economico, ambientale e logistico

Pubblicato il 06 Giu 2018

Project Natick

Un data center sottomarino al largo delle isole Orcadi, a nord della Scozia: a installarlo è Microsoft, che in questo modo annuncia la fase 2 del “Project Natick”, e sarà impegnata dopo gli studi di fattibilità a monitorare il funzionamento della struttura e a verificarne la praticabilità da punto di vista economico, ambientale, e logistico.

Project Natick è l’iniziativa di Microsoft che prevede l’installazione di data center sottomarini, partita nel 2015 con i primi test negli Usa, al largo della costa pacifica, e che ora si sposta in Europa.

“In uno scenario in cui il Cloud Computing è sempre più utilizzato e rappresenta un driver di crescita economica – si legge in una nota dell’azienda – il ruolo dei datacenter diventa sempre più cruciale, soprattutto per le aziende alla continua ricerca di soluzioni per lo storage dei dati in grado di garantire un alto livello di performance e che, al contempo, siano sostenibili dal punto di vista ambientale”.

L’obiettivo di Project Natick è di offrire una risposta attraverso datacenter in container che, immersi, possano beneficiare di energia rinnovabile ed essere raffreddati in modo semplice ed ecologico, risultando effettivamente a emissioni zero.

Il posizionamento in acqua offre inoltre il vantaggio di poter installare i data center in luoghi effettivamente prossimi agli utenti finali, se si considera il fatto che oltre il 505 della popolazione globale vive a meno di 200 chilometri dalle coste. Una circostanza che contribuisce in questo modo a ridurre in modo sostanziale il tempo di latenza, consente di offrire servizi migliori alle aziende e alle persone.

 

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